Napoli: inutili i drammi dopo la sconfitta con la Lazio. Ma si ragioni sul cosa davvero non funziona

Napoli-Lazio: l'esultanza della squadra di Sarri dopo il goal del raddoppio (foto web)
Napoli-Lazio: l'esultanza della squadra di Sarri dopo il goal del raddoppio (foto web)

Prima di sparare sulla Croce Rossa e alla prima sconfitta seppur non molto rassicurante far passare per dei brocchi i Campioni d’Italia del Napoli è necessario analizzare a mente fredda cos’è che non è andato ieri sera al Maradona per il Napoli e soprattutto cosa sembra ancora non funzionare nei nuovi meccanismi. Senza fare drammi, come parte della tifoseria è abituata in queste situazioni. Innanzitutto, è inutile pensare che una difesa senza veri rincalzi senza un calciatore forte, direi fortissimo, come Kim, possa funzionare come l’anno scorso. Ottimi giocatori sì i difensori del Napoli, ma non del livello di Kim e soprattutto neanche giovanissimi. Se poi aggiungiamo che Oliveira nell’uno contro uno è quasi sempre perdente, bisogna comprendere che su quella fascia quando contro ti trovi uno come Luis Alberto, sei sicuramente inferiore e correre ai ripari. Ma veniamo anche alle altre cose, direi tantissime, che non hanno funzionato ieri sera contro la Lazio e che sono tutte sicuramente risolvibili, Garcia permettendo ovviamente. La prima è la mancanza di equilibrio tra i reparti. Il ruolo di Lobotka così come voluto dall’allenatore del Napoli non funziona e le conseguenze sono visibili. Scollamento con il centrocampo e insicurezza della difesa. Peraltro, proprio quando hai una difesa più debole dell’anno precedente, mettere davanti ai tre terzini, uno come Lobotka renderebbe il comparto più sicuro. E nella costruzione non voler passare dai piedi di Lobotka vuol dire, questo sì che deve far preoccupare, perdere tutti quei meccanismi automatici e quelle sicurezze acquisite nell’anno favoloso del terzo scudetto. Ieri il centrocampo partenopeo per 60 minuti è stato evanescente.  Una cosa va detta però, non può essere un problema di rosa p della qualità dei singoli calciatori, anche perché eccetto Kim e Lozano, gli altri campioni d’Italia sono rimasti tutti a Napoli. Ma soprattutto se il primo tempo hai avuto occasioni per segnarne alla Lazio almeno tre di goal ed invece sei riuscito a concretizzare solo una volta ed anche in modo fortunoso, non ci si può sottrarre da farsi delle domande serie sul gioco che si sta mettendo in campo. Poi è vero, ieri sera ci sono stati anche macroscopici errori dei singoli, di Oliveira, Meret, Rahmani e persino qualcuno anche del bomber Osimhen. Ma i loro errori sono il frutto non della loro mancanza di qualità, ma della mancanza di qualità del gioco e della strategia messa in campo ahimè da Rudi Garcia. Allenatore del Napoli che, come il resto della squadra, non ci ha capito molto nel secondo tempo, non ha saputo risolvere la situazione e ribaltarla. Anzi ha fatto qualche ulteriore errore grossolano, come quello di sostituire Kvara e mettere al suo posto per l’ennesima volta fuori ruolo Raspadori, tardare l’ingresso di Simeone. Insomma, ieri sera gli errori sono stati tanti, e di molti ma ciò che deve far pensare ancora di più in questo momento è che la squadra così come viene messa in campo ha perso tutti gli equilibri e gli automatismi dell’anno precedente. Però ai tifosi del Napoli, a quelli che oggi criticano duramente la squadra, dimenticando i tre mesi di festa per la vittoria dell’anno precedente, perché gli azzurri non hanno solo vinto, ma stravinto un campionato, va ricordato che siamo solo alla terza giornata, che nessuno è in fuga e che siamo appena al 3 settembre. Ieri sera è suonato un campanello d’allarme, ma c’è margine per recuperare tutto, non i punti perché quelli davvero in questo momento non si devono neanche guardare, ma il buon gioco e soprattutto la ragione dell’allenatore, che ora più che mai deve dimostrare di essere stata la scelta giusta nel dopo Spalletti.

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